Dai miliardi alla casa ipotecata: l’ex Serie A è caduto in tragedia | Una vita distrutta

Trofeo Serie A Enilive
Il Trofeo della Serie A Enilive che si consegna alla squadra che vince lo Scudetto/LAPRESSE-ilpallonegonfiato.it

Poca fortuna dopo il ritiro dal calcio giocato e tante disavventure per l’ex grande campione del nostro campionato.

Debiti, conti in rosso, creditori alla porta, pignoramenti, pegni, case bloccate, portafogli vuoti, avvocati d’assalto, tribunali all’orizzonte. Calciatori senza un soldo, dopo una vita passata a guadagnarne tantissimi. Sembra un paradosso, ma purtroppo è la realtà e rappresenta un fenomeno sempre più diffuso.

Da Garrincha a George Best, da Diego Armando Maradona ad altri ancora. Sono diversi i calciatori che sono morti senza un soldo e magari anche con una montagna di debiti. Tanti altri, invece, hanno dovuto ipotecare o vendere la propria casa, o la propria villa, per sopravvivere o pagare un debito a gente poco raccomandabile che li stava alla calcagne.

Fa parte di questo elenco anche Marcos Cafu che ultimamente è tornato a parlare di calcio, soprattutto di Milan e Roma, sue ex grandi squadre in Italia, con cui ha scritto la storia. Il pendolino, così come veniva chiamato quando giocava e imperversava sulla fascia destra di ogni campo da calcio italiano, ha dovuto vivere in maniera abbastanza tragica gli ultimi anni della propria vita.

Nel 2019 la morte del figlio Danilo, stroncato ad appena 30 anni da un infarto. Poi, le voci sui problemi economici e la notizia, arrivata lo scorso inverno, della villa di sua proprietà, del valore di 7.4 milioni di euro, messa all’asta e venduta a causa dei debiti di 3.3 milioni verso banche e creditori. Insomma, un presente complicato, pieno di cadute e passi falsi, dopo un passato da grande campione.

Da Cafu al povero Brehme, quando un calciatore cade in disgrazia

Stessa cosa capitata ad un ex grande campione della nostra Serie A, anche lui terzino Campione del Mondo con la propria Nazionale e Campione d’Italia con la sua squadra di club. Parliamo di Andreas Brehme, per tutti Andy che ci ha lasciato lo scorso febbraio, a soli 63 anni, a causa di un arresto cardiaco.

Il campione tedesco, vincitore dello Scudetto dei record con l’Inter di Trapattoni nel 1989, era uno splendido terzino sinistro, dalla tecnica elevatissima, che sapeva calciare benissimo con entrambi i piedi. Non a caso era anche uno specialista dei rigori e uno di questi è valso alla Germania la Coppa del Mondo in Italia nel 1990 e a lui la gloria eterna.

Brehme
Andreas Brehme, terzino destro ex Inter, morto lo scorso febbraio, era già caduto in disgrazia da tempo/FACEBOOK-ilpallonegonfiato.it

Brehme, l’ipoteca sulla casa e la provocazione di un ex calciatore

Almeno come calciatore, perché come uomo, purtroppo, di vicissitudini ne ha passate davvero tante. Nel 2014, infatti, anche Andy è stato costretto ad ipotecare la propria casa a causa dei problemi economici sempre crescenti e i tanti debiti accumulati.  Per lui il divorzio dalla moglie, le scelte sbagliate, una brutta abitudine con l’alcool e poi, come detto, l’ipoteca sulla casa di Montecarlo, ma anche presunti amici che gli proponevano improponibili affari, qualche azzardo finanziario, una crepa insanabile dentro e la sensazione di essere finito ai margini.

Addirittura, Oliver Straube, un altro ex calciatore decisamente meno noto, gli offrì in maniera provocatoria un impiego come inserviente in un’impresa di pulizie, anche se poi non fu necessario perché Beckenbauer, suo ex allenatore, collega e grande amico, lo assunse come osservatore del Bayern Monaco.