Dallo scudetto con la Juventus al tunnel della droga: la sua vita cade a pezzi | Oggi non è più lo stesso

Fabio Capello e la dirigenza della Juventus prima di Calciopoli – Foto Lapresse – Ilpallonegonfiato

Prima parte parlare sempre di calciatori che hanno vissuto episodi simili. Seconda parte parlare dei problemi con la cocaina che portarono al licenziamento dal Chelsea. Oggi non è più lo stesso nel senso che si presume non faccia più uso, se possibile fare anche piccola ricerca su che fine abbia fatto.

La carriera e in generale la vita di Adrian Mutu hanno sempre regalato alti e bassi, un vero e proprio saliscendi di emozioni che ha condizionato fortemente quello che poteva essere e invece non è stato: anni da fenomeno alternati a vorticose cadute, come ad esempio la squalifica rimediata per uso di cocaina, stagioni felici e stagioni tristi, colpi di testa e colpi di genio. Quello che è certo è che il fuoriclasse rumeno ha vissuto sempre al massimo delle proprie potenzialità, fossero esse positive e negative, realizzando un percorso che merita assolutamente di essere raccontato.

CAMPIONATO E COPPA DI ROMANIA A 18 ANNI – Nato a Calinesti, piccolo comune nella regione storica della Muntenia, il piccolo Adrian cresce tra pane e calcio, non sapendo di essere destinato a diventare uno dei giocatori rumeni più forte di tutti i tempi: rapido, creativo, fantasioso e offensivo, inizia a giocare nell’Argeș Pitești​, dove fa subito intravedere una tecnica spropositata abbinata a una continuità non eccelsa, per usare un eufemismo. Dopo due stagioni nelle quali si mette in mostra militando nella massima serie rumena, viene acquistato dalla Dinamo Bucartest, con cui vince campionato e Coppa di Romania a soli 18 anni.

L’INTER DI MORATTI, IL VERONA DI MALESANI E LA COPPIA DA SOGNO CON ADRIANO A PARMA – Ma il talento di Mutu è troppo preponderante per rimanere in patria: lo acquista l’Inter di Massimo Moratti, che lo nota e lo apprezza sin da subito. In nerazzurro però, a causa della giovane età, non riesce a sfondare e ad avere tanto spazio, così il club meneghino lo cede in prestito al Verona, dove finalmente esplode: disputa tre stagioni in Veneto, realizzando nell’ultima ben 12 reti in Serie A in coppia con Alberto Gilardino, sotto l’egida di Malesani, che però non evitano la retrocessione agli scaligeri. Passa dunque al Parma, con cui disputa un campionato entusiasmante nella massima serie, mettendo a segno 18 reti: in coppia con Adriano trascina i Ducali al quinto posto della classifica, con annessa qualificazione in Coppa Uefa. Sembra l’inizio di una carriera folgorante.

Adrian Mutu in campo con la maglia del Chelsea – Foto Lapresse – Ilpallonegonfiato

IL CHELSEA E LA SQUALIFICA PER COCAINA, LA JUVE E CALCIOPOLI – Il Chelsea di Roman Abrahmovic lo acquista senza pensarci: l’inizio è devastante, con quattro gol nelle prime tre partite, ma pian piano Mutu inizia ad incontrare qualche difficoltà di ambientamento in Premier League e si rabbuia. Per la prima volta mette in mostra la sua seconda faccia, non quella del talentuoso fantasista, ma l’altra, quella peggiore: dopo aver raggiunto la finale di Champions con i Blues viene trovato positivo alla cocaina e immediatamente licenziato, oltre ad essere squalificato per sette mesi e a ricevere una multa da 20mila euro. Deve tornare in Italia: la Juve lo rileva tramite un passaggio a Livorno, ma anche in bianconero il rumeno non incide, tra squalifica e poco utilizzo. Riesce comunque a vincere uno scudetto, che sarà poi revocato per i fatti di Calciopoli.

L’ORO DI FIRENZE, L’INCHINO E LA MULTA – Ma proprio quando sembra essere al capolinea della propria carriera, a soli 27 anni, Mutu si rialza, a Firenze: nella Fiorentina infatti ritrova Cesare Prandelli come allenatore, che lo aveva allenato anche a Parma e che sa esaltarne i pregi e limitarne i difetti. Iniziano quattro anni d’oro: nel primo segna 16 gol, giocando a fianco a Toni, e riesce a trascinare la viola al quinto posto finale nonostante 15 punti di penalizzazione, laureandosi miglior giocatore del campionato e inventando la celebre esultanza dell’inchino sotto la Curva Fiesole. Arrivano poi le semifinali di Coppa Uefa e il quarto posto in campionato, con altri 17 gol messi a segno, anche se giungono anche due brutte notizie a rovinare la stagione, come spesso capita nella carriera di Mutu, dove si alternano con grande facilità gioie e dolori: un brutto infortunio e la multa di 13,68 milioni di sterline. per aver rotto il contratto con il Chelsea, dopo la positività alla cocaina. Risulta inoltre positivo ai metaboliti della sibutramina, rimediando un’altra squalifica, stavolta di nove mesi: gli ultimi tempi a Firenze sono negativi, con un litigio poi ricomposto con la Curva che tante volte lo aveva applaudito, e il club che lo mette temporaneamente fuori rosa, prima di cederlo al Cesena.

CESENA, AJACCIO, ROMANIA E INDIA: IL MIGLIOR RUMENO DOPO HAGI – Gli anni migliori della carriera sono ormai trascorsi, ma Mutu non perde il vizio, colpi di classe e di testa: disputa tre buone stagioni tra Cesena e Ajaccio, prima di chiudere tra Romania, con Petrolul Ploiesti e Targu Mures, e India, con il Pune City, e di annunciare il suo addio al calcio giocato per stare vicino alla madre malata. A bilancio anche 77 presenze e 35 reti con la maglia della nazionale rumena: diventa il giocatore più rappresentativo dal ritiro di Gheorghe Hagi, prima di farsi cacciare a vita per aver postato su Facebook un fotomontaggio del selezionatore Piturca, paragonato a Mister Bean. Semplicemente Mutu.

MUTU OGGI – Ma oggi cosa fa? Laureato in Giurisprudenza all’Università di Bucarest ed anche in Scienze dello Sport, è diventato prima presidente della Dinamo Bucarest, poi selezionatore della promettente Romania Under-21, dove ha allenato anche il figlio di Hagi, anche lui ex Fiorentina: i colpi di testa sono ormai acqua passata, o no? Semplicemente Mutu.

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