Ha giocato nella Juventus ma i ricchi compensi sono solo un ricordo, adesso deve guadagnarsi da vivere con un lavoro umile
Il mondo del calcio ha visto nell’ultimo decennio una crescita sproporzionata degli ingaggi percepiti dai giocatori dei principali campionati europei. Cifre da capogiro sono guadagnate, con le società italiane che hanno dovuto cedere a proprietà straniere per fronteggiare le richieste sempre maggiori di disponibilità economiche per poter pagare gli stipendi e consentire operazioni in entrata.
Compensi che sono derivati dai biglietti staccati, dai numerosi sponsor e dai diritti televisivi, con un numero maggiore di gare da disputare e un calendario che non prevede più quasi tutte le partite di A che si disputano la domenica pomeriggio.
Cambiamenti evidenti che sono avvenuti in modo progressivo e che alimentano la nostalgia di chi ha vissuto un’epoca decisamente diversa.
Anche giocare in club prestigiosi, negli anni ’80, non significava diventare milionario. Una delle squadre più forti del decennio è stata la Juventus che nella stagione 1983-84 aveva in rosa campioni del calibro di Gentile, Cabrini, Tardelli e Paolo Rossi, protagonisti della vittoria del Mondiale con la Nazionale italiana.
In attacco giocava Platini, il centravanti più talentuoso del campionato insieme a Diego Armando Maradona, con numeri da fuoriclasse e reti che sono rimasti nell’immaginario collettivo.
In squadra anche comprimari che hanno avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con autentici numeri 1 sia dal punto di vista sportivo che umano.
Ha giocato in quella Juventus Roberto Tavola. Il centrocampista ha raccolto circa 20 presenze in bianconero. Il debutto in B è stato a 18 anni, a 22 si è trasferito a Torino dove ha vinto due scudetti e una coppa delle Coppe. A 30 si è ritirato, dopo essere sceso in C.
Ha deciso di investire in negozi di abbigliamento e adesso, a 58 anni, per vivere si sveglia ogni mattina all’alba per consegnare i giornali. Un destino beffardo dato che un tempo compariva sui giornali e ora li vende. La ricchezza è ormai un lontano ricordo ma la salute è dalla sua parte e guarda il bicchiere mezzo pieno, fiero di aver indossato la maglia del club più vincente d’Italia.
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