Buffon esce allo scoperto sulla malattia: il medico conferma la diagnosi | Rfiuta anche di prendere i farmaci
Buffon ha dichiarato di soffrire di una malattia, la cura prosegue con difficoltà, non vuole prendere i farmaci
Essere il migliore al mondo nel suo ruolo comporta dei livelli di stress enormi, non sempre facili da gestire. oggi Gianluigi Buffon ha 46 anni ma, quando ne aveva la metà, Nel vivo della sua ascesa, iniziò ad avere dei problemi di salute.
Il carisma e la classe dimostrata in campo ha nascosto una fragilità emotiva che ha reso l’estremo difensore campione del mondo vulnerabile, con il rischio che la professione ne risentisse.
Difficoltà che ha trovato il coraggio di esternare e rendere pubbliche, a distanza di tempo, per sensibilizzare sul tema e farsi portavoce di una battaglia sociale che non è ancora del tutto compresa.
L’attuale ruolo di capo delegazione della Nazionale italiana è stato assunto per responsabilizzare la nuova generazione e motivarla a raggiungere risultati analoghi ai suoi.
Buffon rivela la sua malattia, tutto il mondo del calcio è affranto
Ne racconta anche nel suo libro Cadere rialzarsi cadere rialzarsi, edito da Mondadori, appena uscito in libreria. “Mi svegliavo la mattina, che avevo le gambe molli, ero completamente senza energia. Così mi sono rivolto al medico, il quale mi prescrisse delle vitamine di supporto. Ma la situazione non migliorava, anzi: mi sentivo sempre più confuso e affaticato nei processi mentali“.
Un periodo convulso, reso ancora più complicato da questo nemico giunto all’improvviso: “Questo mi metteva in seria difficoltà anche con le prestazioni in campo: da un lato, c’ero io, che sentivo la necessità di prendermi cura di me; dall’altro la Juve, che giustamente richiedeva un certo livello di performance, anche in vista degli Europei 2004“,
Un momento difficile superato affidandosi agli altri
Una malattia in grado di toglierti ogni energia: “All’inizio pensi che sia solo stanchezza o un virus. Poi, giorno dopo giorno, ti rendi conto che non hai più voglia di alzarti dal letto, vuoi solo dormire e non vuoi più vivere la tua vita. Questo per interminabili mesi”.
Parole che testimoniano una sofferenza enorme: “Io mi sentivo come posseduto, ero paranoico, non volevo più uscire di casa. Avevo 23 anni e a quell’età era normale andare per locali, divertirsi: ecco, non volevo più farlo perché temevo che con i telefonini potessero riprendermi in atteggiamenti “compromettenti”. Le cose iniziarono a cambiare quando ho cominciato a parlarne con chi mi stava intorno“.