Stanno vendendo il club: contromossa dall’America | Decisione ufficiale della presidenza
Le società italiane, soprattutto quelle di Serie A, ormai hanno per la maggior parte una proprietà straniera. Arriva un’altra novità?
Quante volte si sente dire che il calcio è cambiato radicalmente negli ultimi quindici-venti anni? Una frase sentita e risentita, ma che raffigura perfettamente la realtà del mondo del pallone, almeno per quel che riguarda la nostra Serie A.
Massimo campionato nostrano che tra gli anni ’80 e gli inizi del nuovo millennio ha vissuto il suo massimo splendore e soprattutto era il più ricco, il più difficile ed il più bello al Mondo. Quello in cui tutti i campioni migliori volevano venire a giocare e spesso ci venivano negli anni migliori della propria carriera.
Da dieci, quindici anni a questa parte, purtroppo, non è più così ed il nostro calcio è diventato quasi una periferia di quelli più ricchi, soprattutto rispetto alla Premier League. Questo decadimento del nostro calcio è coinciso anche e soprattutto con le proprietà che sono rapidamente cambiate e non sono più questione che riguarda soltanto ricche famiglie imprenditoriali italiane.
Il calcio dei Berlusconi, dei Moratti, dei Sensi e degli Agnelli, insomma, non esiste più e, a parte i discendenti degli ormai ex proprietari della Fiat che ancora sono alla guida della Juventus, di Lotito con la Lazio e di De Laurentiis con il Napoli, per il resto il panorama del nostro calcio è quasi esclusivamente nella mani di proprietà estere, americane e nord americane soprattutto.
Serie A, la mappa geografica delle proprietà
Sono otto le proprietà americane, in totale, una è indonesiana ed una è canadese. Il Bologna è nelle mani di Saputo, appunto un canadese, mentre il Como è in quelle dei fratelli Hartono (indonesiani). Poi, come detto, la lunga colonia di americani: Commisso alla Fiorentina, il Fondo 777Partners al Genoa, il Fondo Oaktree all’Inter, Redbird al Milan, Krause al Parma, Friedkin alla Roma, Niederauer al Venezia.
Gli italiani che resistono, oltre ai già citati Lotito, De Laurentiis e famiglia Agnelli, sono i Pagliuca all’Atalanta (ma detiene il 55%, anche qui poi vi sono investimenti Usa), Giulini al Cagliari, Corsi all’Empoli, la famiglia Berlusconi del Monza, Pozzo a Udine, Saverio Sticchi Damiani a Lecce e Setti a Verona.
Serie A, anche l’Hellas in mani americane?
Proprio per quest’ultima società, però, ci potrebbero essere presto delle novità. Anche in casa scaligera, infatti, starebbero per arrivare gli americani. A rivelarlo è Bloomberg, una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede a New York, che ha annunciato come Presidio Investors, gruppo di private equity texano, starebbe preparando 75 milioni per rilevare la quota di controllo dell’Hellas.
Voci che si susseguono già da metà stagione scorsa, quando Maurizio Setti fu costretto a vendere tutti i suoi gioielli per mantenere in vita la sua proprietà. Vere e proprie offerte che convincevano la dirigenza, però, nemmeno l’ombra. Ad oggi, però, il presidente del Verona sarebbe aperto sia alla cessione della maggioranza che ad una quota di minoranza.