Il calcio italiano piange la sua scomparsa: addio a una leggenda del nostro campionato | I tifosi non lo dimenticheranno mai
Il calcio italiano è in lutto per la morte di una leggenda per un club storico, il legame con la piazza era continuato anche dopo il ritiro
Ci sono matrimoni destinati a durare nel tempo e questo è il caso di un giocatore che ha legato una parte importante della sua vita alla città in cui si è trasferito da calciatore. E oggi i tifosi si trovano a dover piangere la sua scomparsa, riconoscendone la passione che aveva nei confronti di una piazza storica del calcio italiano.
Il giocatore in questione si è innamorato della città e ha aperto, dopo il ritiro, un ristorante. Avrebbe chiamato persino sua figlia con il nome della sua ex squadra se l’anagrafe glielo avrebbe permesso.
Una dimostrazione d’amore immensa, nonostante la rapida parentesi nel calcio italiano, durata tre anni negli anni ’70, con aspettative mai rispettate ma che non hanno impedito di diventare uno dei beniamini della curva.
Una carriera singolare la sua, iniziata dall’altra parte del Mondo a causa del trasferimento della sua famiglia e proseguita poi in Italia. Un centrocampista dai piedi buoni, dotato di una tecnica non indifferente, che a 26 anni sbarcò in serie A.
I tifosi in lutto per la morte di un idolo della curva
Lui è Dante Mircoli, morto all’età di 77 anni ad Avellaneda, in Argentina, dove viveva. Da bambino da Ladispoli si era trasferito in Sudamerica, dove aveva mosso i primi passi da calciatore, vincendo la Coppa Libertadores da titolare con l’Independiente.
Prestazioni che gli valsero l’attenzione della Sampdoria dove raccolse poche presenze a causa di un grave infortunio alla caviglia ma la maglia blucerchiata gli è rimasta nel cuore.
Una parentesi calcistica che non è mai decollata in Italia
La società blucerchiata all’inizio della stagione 1975-76 lo cede in prestito gratuito in Serie B al Catania, che tuttavia lo restituisce ai genovesi senza mai farlo scendere in campo, e quindi nell’ottobre 1975 al Lecco in Serie C, ma nemmeno nella squadra lombarda Mircoli riesce a garantire un rendimento accettabile ottenendo due sole presenze in campionato.
A fine stagione rescinde il contratto e fa ritorno in Argentina. Dopo il ritiro come giocatore intraprende la carriera di allenatore, allenando squadre argentine delle serie minori.