Milan, altro addio ufficiale: era un simbolo di questo club | Tutta colpa di Ibrahimovic
Il club rossonero deve salutare un altro esponente che era tesserato con la società meneghina da tanti anni.
La stagione del Milan continua ad essere molto complicata e ad arricchirsi di nuovi capitoli. I risultati sul campo non fanno contenti tifosi ed ambiente, ma sembra che i maggiori problemi siano fuori dal terreno di gioco e in capo ad una società che pecca di inesperienza e poca trasparenza.
Mister Paulo Fonseca, dal momento del suo arrivo a luglio, si è trovato di fronte a numerosi problemi che in un modo o nell’altro ha cercato di risolvere e lo ha fatto senza avere mai il supporto di dirigenza e proprietà che si sono limitati di confermarlo a parole.
Mai, però, ci sono state vere e proprie dichiarazioni pubbliche che hanno legittimato totalmente il suo operato o, ancor meno, prese di posizioni nette a favore di Fonseca, con cui la società ha voluto mettersi al suo fianco per farlo sentire meno solo.
In tutto questo, poi, il tecnico portoghese, aldilà della questione tecnica e dei risultati altalenanti avuti sul campo, ci ha sempre messo la faccia ed ha cercato di risolvere da solo le grane che si sono venute a creare all’interno di uno spogliatoio che sembra essere diviso, ma soprattutto non totalmente schierato al fianco del suo allenatore.
Milan, il ruolo focale di Ibra
E, così, il Milan continua a navigare a vista tra problemi di gioco e di risultati e questioni irrisolte che complicano il lavoro dell’allenatore e non di poco. A mancare, oltre che un intervento diretto della società e del proprietario rossonero, è anche quello di una dirigenza un po’ troppo inesperta per ricoprire un ruolo così importante.
Eppure, quando Gerry Cardinale, non si sa ancora bene per quali assurdi motivi, decise di licenziare Paolo Maldini, ormai due estati fa, decise altresì di affidare, dopo qualche mese, una carica importante all’interno della società a Zlatan Ibrahimovic, che resta nominalmente un dipendente di RedBird, ma lavora a tutti gli effetti per il Milan.
Milan, via il ds D’Ottavio. Ecco perché
L’ex fenomeno svedese, inoltre, non solo lavora, ma sembra essere sicuramente la figura con maggiore potere decisionale all’interno della società, dopo il proprietario Gerry Cardinale. Non è un caso che molte decisioni passino dal suo parere e così sembra essere stato anche per la separazione tra il Milan ed il suo ormai ex direttore sportivo, Antonio D’Ottavio.
Il ds ed il Milan si sono ufficialmente separati nei giorni scorsi dopo che il dirigente era arrivato in rossonero nel 2017 e ha ricoperto anche il ruolo di chief scout della prima squadra e del settore giovanile. D’Ottavio ha lavorato all’avviamento del progetto Milan Futuro fino all’arrivo di Jovan Kirovski. Secondo alcune indiscrezioni, come detto, per la separazione tra le parti sarebbero stati determinanti alcuni attriti/divergenze di vedute con Zlatan Ibrahimović.