Il pezzetto diventa legale: tutti assolti a processo | Ribaltata la sentenza
Il giudice non sanziona i colpevoli di aver utilizzato il pezzotto per assistere alle partite di serie A, la Lega è contraria a questa decisione
Dazn ha trasmesso in chiaro il posticipo del turno di serie A appena concluso, quello tra Lazio e Inter. Lo scontro diretto, andato in scena all’Olimpico, rappresentava una sfida di cartello tra due squadre a pari punti prima del fischio d’inizio e impegnate nel raggiungere la vetta, difesa dall’Atalanta che ha conquistato la decima vittoria consecutiva.
Si tratta della seconda volta che la piattaforma decide di regalare a chiunque la libera fruizione di un big match del nostro campionato dopo la partita che ha visto di fronte il Milan e il Napoli a San Siro a fine ottobre.
Un’iniziativa che è stata sposata dalle due presidenze, con Beppe Marotta che ha sottolineato quanto le due squadre rappresentino delle realtà che riescono a farsi valere anche in campo europeo, con la qualificazione al turno successivo a un passo.
Intanto, la Lega Serie A, insieme a Dazn, sta cercando di favorire, tramite la piattaforma Piracy Shield, il blocco dei siti che diffondono le partite in modo illegale, ma soprattutto di punire, con delle multe, anche gli utenti finali.
L’assoluzione è uno schiaffo in faccia alla Lega e a Dazn
La giustizia italiana non sta aiutando questo obiettivo, con il pezzotto che resta una pratica ritenuta legittima. Infatti, un giudice di Lecce ha assolto 13 imputati in un processo con rito abbreviato nell’ambito della diffusione illegale di partite di calcio e altri contenuti.
L’assoluzione è avvenuta in quanto “il fatto non è previsto dalla legge come reato”, accogliendo la richiesta di assoluzione della difesa che aveva sottolineato come al limite si profilasse un illecito di tipo amministrativo e non si dovesse sconfinare nel penale.
Una maxi inchiesta che ha coinvolto tutta Italia ma in particolare il Salento
L’inchiesta, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Gallarate, come ricorda la Gazzetta del Mezzogiorno, aveva interessato tutta Italia e quasi 2.000 persone, e si era estesa soprattuto nel Salento.
Questo perché un pensionato settantenne aveva ricevuto versamenti riguardanti accessi abusivi ad alcune piattaforme televisive da parte di utenti provenienti dalla provincia di Lecce e avrebbe incassato una cifra vicina ai 500.000 euro.