L’Inter sapeva tutto: ecco chi muove veramente i fili | Al processo esce finalmente la verità

Beppe Marotta e mister Inzaghi - Foto Lapresse - Ilpallonegonfiato
Beppe Marotta e mister Inzaghi – Foto Lapresse – Ilpallonegonfiato

L’ammissione spiazza i giudici, coinvolto anche il presidente Marotta: la gestione era nelle mani di pochi, ecco la verità

L’Inter è alle prese con il malumore dell’ambiente in seguito alla sconfitta, la seconda di fila contro il Milan, nel derby che è valso ai rivali la Supercoppa Italiana, in una finale che si è disputata in Arabia, con un doppio vantaggio che non è stato conservato nel finale in cui i rossoneri sono stati in grado di siglare tre reti e ribaltare il match.

Un passo falso che non rovina l’ottimo lavoro svolto nella prima parte della stagione dagli uomini di Inzaghi, a un passo dalla vetta in campionato e dalla qualificazione agli ottavi di finale in Champions League.

Non è ancora stata archiviata l’inchiesta che riguarda la curva Nord, con ulteriori dettagli che riguardano Andrea Beretta, ex capo ultra, arrestato nel corso del blitz delle forze dell’ordine in seguito alle indagini sui rapporti tra i capi del tifo milanese e la criminalità organizzata.

Come riporta Il Corriere della Sera, Beretta il 20 dicembre scorso ha confermato che lui stesso, quando era ancora sotto il provvedimento del Daspo della durata di 15 anni, intratteneva rapporti con l’attuale presidente dell’Inter Beppe Marotta.

La società era al corrente, è stato tenuto tutto nascosto

Beretta ha raccontato di quando Marotta ha parlato con lui in seguito a una contestazione sotto la sede riguardo alla cessione di Romelu Lukaku al Chelsea, con l’amministratore delegato che aveva avvertito i vertici della FIGC e aveva chiesto a Beretta stesso di contenersi con la protesta.

Il contenuto non rappresenta niente di grave se non per il fatto che la conversazione era avvenuta quando Beretta era sottoposto al Daspo, fatto di cui Marotta era a conoscenza. Davanti ai magistrati il pentito Beretta ha dichiarato, inoltre, di come tutti fossero al corrente che gli introiti del merchandising nerazzurro fossero gestiti da lui stesso e da altri membri della Curva.

La panchina dell'Inter in Arabia - Foto Lapresse - Ilpallonegonfiato
La panchina dell’Inter in Arabia – Foto Lapresse – Ilpallonegonfiato

La verità è emersa nel corso del processo

A spiegare la dinamica è La Repubblica che sottolinea l’attenzione di Beretta nello scegliere le sinergie commerciali, nel cercare di migliorare la qualità della merce.

Tutto avveniva tramite We are Milano, usata come schermo legale per rapporti con l’Inter, come dichiara ai giudici milanesi: “La società era regolare. Se va a guardare in banca, io quando andavo lì anche con i soldi dei biglietti, era tutto tracciato perché sapevo che potevano nascere delle polemiche”.