La Serie A si sposta in America: i tifosi non potranno più seguire la loro squadra | Stanno vendendo la nostra passione

Il campionato italiano potrebbe trasferirsi in America, dopo la cessione di diversi club a proprietà a stelle e strisce
In Italia il calcio è una passione, una fede, un modo per esprimere il senso di appartenenza a una comunità. Negli ultimi anni il livello del massimo campionato è migliorato, come testimoniano i risultati conquistati dalle nostre squadre nelle competizioni europee, con cinque squadre che hanno preso parte all’attuale Champions League.
L’Inter è a un passo dai quarti di finale del torneo e ha le carte in regola per giocarsi il trofeo. La Roma e la Lazio hanno vinto le rispettive gare degli ottavi di Europa League mentre la Fiorentina è tra le favorite per conquistare la Conference.
Una delle novità che si registrano vede l’ingresso di proprietà straniere al comando di società di calcio del nostro Paese. Più delle metà dei club di A sono gestiti da imprenditori esteri, ben nove su undici provenienti dall’America.
La sostanziale differenza, rispetto agli storici patron italiani, è che le squadre sono viste come mezzo per incrementare i propri introiti economici e commerciali. Chi le guida non è innanzitutto tifoso e fa fatica a calarsi nella mentalità della piazza e della curva.
La Serie A si sposta negli Stati Uniti, i tifosi sono pronti a insorgere contro la Lega
A confermare l’appeal della Serie A, è stata avanzata l’ipotesi che possa essere la prima lega europea a disputare una partita negli USA. A riferire la notizi è ESPN, che riporta l’interesse da parte del presidente Ezio Simonelli.
Dopo la Supercoppa Italiana, che si è svolta prima in Cina e poi in Arabia, un nuovo Continente è pronto ad accogliere le squadre italiane, con la novità che potrebbero assistere a un match del campionato.

Una novità che potrebbe rivoluzionare il modo di concepire i campionati nazionali
Se l’idea dovesse andare in porto, ci troveremmo di fronte a un unicum nella storia del mondo del calcio. Mai prima, infatti, nessuna gara di un campionato nazionale si è svolta in un altro Continente.
Un’operazione che potrebbe portare proseliti ma allo stesso tempo snaturare il fascino di questo sport che ha radici ancorate nel territorio.