2 anni e 6 mesi di pena: il Milan paga per le plusvalenze | Gravissimo illecito sportivo

Il club rossonero dovrà fare i conti con una condanna che condizionerà le scelte per il futuro e per una rinascita sempre più difficile.
Di plusvalenze nel mondo del calcio italiano si è sentito parlare tantissimo negli ultimi tempi, ma soprattutto se ne è dovuto fare i conti a causa di decisioni giudiziarie che hanno penalizzato alcune squadre con condanne e penalizzazioni di punti in classifica.
L’argomento, ora, torna d’attualità e colpisce, anche se in maniera indiretta, il Milan. Il club rossonero, dopo il pareggio casalingo di sabato sera contro la Fiorentina, ha perso l’ennesima occasione per rientrare nella corsa all’Europa e ha dovuto dire addio definitivamente alla corsa per la prossima Champions League.
Sono troppi i nove punti di distanza dal Bologna quarto in classifica ad appena sette giornate dalla fine del Campionato, ma soprattutto sono davvero tante le squadre che lo precedono in classifica. La cosa più grave, però, è che attualmente il Milan sarebbe fuori da ogni discorso di qualificazione alle prossime coppe Europee e può contare soltanto sulla Coppa Italia.
L’eventuale trionfo nella coppa Nazionale, infatti, oltre a permettere al club rossonero, nonostante l’annata disastrosa, di mettere in bacheca il secondo trofeo nazionale, dopo la Supercoppa Italiana, anche di qualificarsi direttamente per la prossima Europa League, indipendentemente dalla posizione finale di classifica in Serie A.
Milan, la condanna che condiziona le scelte
Al di là di come finirà questa stagione, però, il Milan deve pensare necessariamente a programmare la prossima e lo sta già facendo, con la scelta del nuovo direttore sportivo che sta vivendo i suoi momenti più concitati. Il club rossonero, infatti, aveva scelto già Fabio Paratici per ricoprire quel ruolo, ma poi è successo qualcosa che ha fatto saltare tutte le trattative.
Secondo alcuni giornalisti e addetti ai lavori, infatti, l’ex direttore sportivo di Juventus e Tottenham era pronto per firmare con il Milan, quando qualcuno, ma soprattutto pressioni che sarebbero arrivate dalla Figc e la Lega Calcio Serie A, ha fatto in modo che questa trattativa saltasse. Il club rossonero, così, ha preferito desistere nella scelta ed ora sembra intenzionato a scegliere, per lo stesso ruolo, uno tra Tare e D’Amico.

Milan, la decisione su Paratici
Ufficialmente, ad influire sulla scelta del Milan, sarebbe stata la squalifica di due anni e sei mesi che Paratici sta ancora scontando per il caso Plusvalenze ai tempi della Juventus e che terminerà il prossimo 20 luglio. Ufficiosamente, invece, come detto, ci sarebbero state delle pressioni al club rossonero, con molti che vedono Giuseppe Marotta, presidente dell’Inter ed ex collaboratore alla Juve di Paratici, come deus ex machina della situazione.
Questo è quello che pensa un utente X che ha voluto sintetizzare il suo sdegno, circa la vicenda, con questo post: “EH MA PARATICI” “Mentre l’Italia interista si indigna per Paratici al Milan, pretendendo l’ergastolo sportivo per lui ma non per altri tesserati immuni dai deferimenti di una giustizia lentissima (per loro), è interessante ricordare come la stessa indignazione mancasse ad esempio per chi aveva firmato un doppio contratto con Juve e Parma (entrambi irregolari), ma questo non gli impedì successivamente di firmare con gli eterni immuni, per poi addirittura diventare dirigente dei prescritti e poi addirittura consigliere di Čeferin. In quel caso nessuna pressione e nessuna indignazione. Perché il senso dell’etica è come la giustizia sportiva, variabile secondo la maglia”.