Cinque arresti per omicidio: il giudice emette la condanna | Ne dovrà rispondere anche l’Inter

Arriva una sentenza chiara che pone anche il club nerazzurro in una situazione scomoda e pericolosa. Si attendono risvolti.
Una brutta storia di connivenza con la criminalità organizzata e di addirittura omicidi efferati che pesano tantissimo sulla vicenda. In mezzo una presunta conoscenza e rapporti di vicinanza con tesserati delle due squadre di Milano, tra calciatori, dirigenti e presidenti.
A far parlare molto di sé, però, soprattutto nelle ultime ore è quella riguardante l’Inter e i presunti rapporti con i capo ultras della Curva Nord, ora arrestati perché a capo di organizzazioni mafiose come la ‘Ndrangheta e nel bel mezzo di un processo per un omicidio efferato.
Nel frattempo, però, questi signori che tenevano in scacco una curva intera chiedevano favori, parlavano con calciatori e tesserati, ma sono stati ripresi anche in alcune immagini con il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta.
Quest’ultimo, però, ha sempre parlato chiaramente e ha dichiarato che l’Inter, in questa storia, fosse semplicemente ‘parte lesa‘. Parole che hanno fatto discutere, ma che non hanno trovato un’indagine appropriata che le potesse sostenere o, al contrario, confutare.
Omicidio Boiocchi, gli arrestati non rispondono davanti al GIP
Nel frattempo, in merito al processo sull’omicidio dello storico capo ultras interista, Vittorio Boiocchi, ammazzato a colpi di pistola il 29 ottobre 2022, sotto la sua casa di Milano, tutti gli arrestati e accusati del reato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Si tratta di quattro persone che sono finiti in manette in seguito alle dichiarazioni dell’ormai collaboratore ed ex leader della Curva Nord dell’Inter, Andrea Beretta.
Dichiarazioni a cui sono seguiti alcuni riscontri oggettivi. I quattro sono Pietro Andrea Simoncini, legato alla ‘Ndrangheta e presunto esecutore materiale dell’omicidio insieme a Daniel D’Alessandro (arrestato in Bulgaria e ancora in fase di estradizione), Marco Ferdico, che era nel direttivo della Nord, e il padre Gianfranco.

Omicidio e arresto, ecco le motivazioni
Come detto, i quattro, arrestati e accusati dell’omicidio insieme a Beretta, hanno deciso di non parlare, davanti alla gip Daniela Cardamone. Con loro, in silenzio anche l’altro arrestato, Cristian Ferrario, che si intestò lo scooter usato dagli esecutori. Sei le persone quindi destinatarie della misura cautelare eseguita l’11 aprile.
Tra loro c’è anche Beretta, le cui dichiarazioni hanno permesso di far luce sull’uccisione e sul ruolo di tutti nella vicenda. Un omicidio premeditato e con “modalità mafiose”, tanto che è stata contestata l’aggravante, e inserito nel contesto di una guerra sulla gestione degli affari legati al mondo delle curve. Beretta, come da lui messo a verbale, fu il mandante dell’omicidio perché non voleva spartire con Boiocchi l’affare del merchandising e gli altri business su San Siro e la Curva Nord.