Ci sono momenti per che per un tifoso italiano sono pressoché impossibili da dimenticare. Non soltanto per ciò che sono stati in quel momento, ma anche per ciò che hanno rappresentato nella propria vita.

Chiunque abbia vissuto quella notte magica del 9 luglio 2006 riuscirà sempre a distinguere in maniera nitida dove si trovava, con chi, che pasto avesse consumato quella sera e ogni singolo istante di festeggiamenti, di giubilo e di commozione generale per un traguardo storico per la propria nazionale.

Perché quella della notte notte di Berlino del 9 luglio 2006 non sarà mai una partita come le altre.

Fabio Grosso
Fabio Grosso festeggia dopo l'ultimo rigore alla Francia (ph. Image Sport)

Il cammino dell'Italia di Marcello Lippi

La cavalcata degli azzurri verso la finale di Berlino fu a tratti difficile (vedasi le partite contro U.S.A. ai gironi ed Australia agli ottavi di finale), ma anche ricca di momenti che simboleggiavano l'identità di gioco e di gruppo che Marcello Lippi aveva conferito alla sua nazionale.

Contrariamente a quanto si era visto col suo predecessore Giovanni Trapattoni, infatti, Lippi conferì all'Italia una comunione di intenti e una predisposizione di sacrificio da parte di tutti che non si vedeva dalla spedizione trionfale di Spagna '82. Vi era la volontà da parte di questo gruppo, formato per larga parte da veterani esperti, di ottenere quella consacrazione che purtroppo era mancata negli anni precedenti.

A fare la differenza, oltre a questo spirito, erano stati anche alcuni singoli. La premiata ditta formata da Fabio Cannavaro e Gianluigi Buffon, autori entrambi di prestazioni stratosferiche. La sapiente regia di Andrea Pirlo in mezzo al campo. La grinta di Gennaro Gattuso. Gli sforzi di Francesco Totti nonostante una condizione fisica tutt'altro che ottimale. L'interscambiabilità dei vari Luca Toni, Alessandro Del Piero, Alberto Gilardino, Vincenzo Iaquinta e Filippo Inzaghi in attacco. La versatilità tattica di Gianluca Zambrotta, Mauro German Camoranesi e Simone Perrotta. Le prestazioni da meteora di Fabio Grosso.

Tutti questi fattori furono determinanti per la cavalcata trionfale verso Berlino, in un cammino che vide gli azzurri eliminare Repubblica Ceca e U.S.A. nella fase a gironi, per poi liquidare Australia agli ottavi di finale, Ucraina ai quarti e i gli odiati padroni di casa della Germania in semifinale. 

Tutt'oggi, proprio la semifinale di Dortmund contro i tedeschi è il manifesto dell'Italia di Marcello Lippi: tosta, determinata e mai arrendevole nel corso della partita. 

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