Paolo Ziliani in un lungo posto sul suo profilo social X ( ex Twitter), ha attaccato durante la Superlega e ha spiegato quali secondo lui siano i 10 motivi per cui i soldi per una volta non avranno la meglio.

Ziliani attacca: “La Superlega fa schifo ed è già morta nella culla”

Superlega

"La Superlega fa schifo ed è già morta nella culla: i 10 motivi per cui i soldi per una volta non avranno la meglio Una sbobba indigeribile: nasce un'élite di 16 club di sangue blu, 15 saranno sempre presenti, una noia mortale. Se il Girona vincesse il titolo in Spagna, tipo il Leicester di Ranieri, andrebbe in Serie C. 

Superlega, ecco i 10 punti cruciali di Ziliani 

Ecco i 10 punti di Paolo Ziliani sulla Superlega:

"Un torneo che non si farà mai", assicura Galliani È incredibile quel che sta succedendo, e che da qui al prossimo 30 giugno (data di fine stagione agonistica 2023-24) succederà nel mondo del calcio europeo. Accadrà infatti - anzi, sta già accadendo - una cosa che definire stupefacente è dire poco: i soldi saranno sconfitti. Saranno sconfitti da sentimenti e comportamenti nobili. E siccome parlo di tanti soldi (quelli che Jp Morgan è già pronta a iniettare nelle casse della Superlega per il varo del nuovo torneo promosso dalla società A22 comprendente Real Madrid, Barcellona e la vecchia Juventus del disarcionato presidente Agnelli), e i nobili intenti e comportamenti sono quelli dell’UEFA, che in quanto a pelo sullo stomaco tutto è tranne che un angioletto, converrete che ci troviamo davvero di fronte a un inusitato prodigio. Un miracolo che lascerà il mondo (non solo degli appassionati di calcio) a bocca aperta. Nobiltà d’animo batte denaro 2-0. Davide che torna a battere Golia. Fantascienza pura, al giorno d’oggi. Dicevo: i soldi, i tantissimi soldi della Superlega, alla fine non serviranno niente. E siccome capisco che sia difficile crederlo, vi invito a seguirmi. 

Punto 1. Il montepremi che l’UEFA mette a disposizione dei 32 club che sul campo hanno ottenuto la qualificazione alla Champions è di circa 2 miliardi (meno di mezzo miliardo quello per l’Europa League, circa 250 milioni quello della Conference). Dall’anno prossimo però il format della Champions cambierà, i club partecipanti diventeranno 36 e il montepremi di questa competizione, che la Superlega si ripromette di scalzare e soppiantare, verrà alzato dall’UEFA a 3 miliardi. Aumenterà anche il contributo di solidarietà destinato a tutti i club non qualificati per le coppe: che ad oggi è di 175 milioni a stagione, mentre per il triennio 2024-27 dovrebbe salire a 225. Cifre consistenti, come si vede: ma che la Superlega supera nettamente. La società A22 stima che i ricavi iniziali del nuovo torneo possano aggirarsi sui 5-6 miliardi per arrivare a 10 nel giro di pochi anni; ed è per questo che Jp Morgan è disponibile a finanziare l’avvio del Progetto distribuendo 3,5 miliardi ai soci fondatori - che erano 12 e ad oggi sono rimasti 3, Real Madrid, Barcellona e Juventus che però in estate, sia pure solo a parole, ha annunciato di voler abdicare - più altri 3 miliardi ai 16 partecipanti alla Prima Edizione come anticipo sui futuri ricavi. Persino il contributo di solidarietà da destinare ai club non ammessi ai tre campionati di Superlega (Star, Gold e Blue, che poi sarebbero Serie A, B e C) è altissimo: 400 milioni, più del doppio di quello che l’UEFA sta destinando oggi e poco più del doppio di quello che l’UEFA destinerà a partite dalla stagione prossima.

 Punto 2. La società A22 e Jp Morgan valutano talmente alte le potenzialità di successo della Superlega da autorizzare il Ceo di A22, Bernd Reichart, ad annunciare poche ore dopo il pronunciamento della Corte Europea che le partite del nuovo torneo saranno trasmesse per il pubblico di tutta Europa, anzi di tutto il mondo, gratuitamente. Impressionante considerando che è proprio dalla vendita dei diritti tv che l’UEFA trae la stragrande maggioranza dei suoi ricavi.

 Punto 3. E allora, direte: se tutti ci guadagnano, i club partecipanti, i club esclusi e persino i telespettatori che vedrebbero le partite in tv gratis, e se tutti sono concordi nel ritenere che nel calcio, come nella vita, i soldi alle fine vincono sempre, per quale motivo la Superlega non dovrebbe sbaragliare il campo, conquistare tutti e diventare la nuova, più ricca e più luccicante manifestazione calcistica mondiale annientando la vecchia Champions e di fatto decretando la morte dell’UEFA? La risposta è quella che tutti almeno una volta nella vita avremmo voluto sentire: e cioè che i soldi non sono tutto. E siccome il gioco del calcio ha una sua bellezza e un suo fascino che derivano anche dall’impianto organizzativo che da sempre si è dato, aperto e meritocratico, questa bellezza e questo fascino valgono più di ogni altro bene: anche dei soldi, tanti e per tutti che i riccastri del pallone vorrebbero distribuire a pioggia per far passare il loro mostro Frankenstein. 

Punto 4. La verità è che la Superlega non vedrà mai la luce perchè, semplicemente, fa schifo. Fa schifo per come è stata concepita e per chi l’ha concepita, Real, Barcellona e Juventus su tutti. Primo esempio: quando l’UEFA fece nascere la Coppa dei Campioni (1955-56), poi diventata Champions League, il criterio di partecipazione era un criterio oggettivo e meritocratico; al torneo avrebbero partecipato tutti i club vincitori dei rispettivi campionati. C’era insomma spazio per tutti, dal Real Madrid allo Spora Lussemburgo, dal Milan all’Ärhus di Danimarca. Alla prima edizione della Superlega - ammesso e non concesso si faccia -, prevista per il 2024-25, prenderanno invece parte i 16 club scelti dalla società A22 - cioè dai club stessi - in base al loro lignaggio e al loro blasone. 

Punto 5. Dice: vabbè, ma se un club come il Girona, che a sorpresa sta dominando il campionato spagnolo, dovesse vincere la Liga verrebbe senz’altro cooptato anche a dispetto del suo misero lignaggio. Invece no. Sapete cosa succederebbe al Girona se vincesse - un po’ come il Leicester 2015 in Inghilterra - il titolo di Spagna? Verrebbe inserito nella Serie C della Superlega, la serie dei poveretti, livello Blue, e dovrebbe accontentarsi di disputare una brutta copia della Conference League. Alla faccia del merito, delle emozioni e della poesia del calcio. 

Punto 6. E sapete perchè il Girona non troverebbe posto, né domani né mai, nel paradiso della Superlega, quella degli aristo-club a livello Star? Perchè i 16 club di sangue blu ammessi per diritto divino alla prima edizione rimarrebbero presenti tutti al gran completo anche nella seconda edizione e via così: tutti meno uno perchè il format della Superlega prevede una sola retrocessione alla fine di ogni stagione - e quindi un solo club promosso dal livello Gold al livello Star - e questo per salvaguardare gli “unti dal Signore” che si sono scelti e consociati in un club esclusivo praticamente a numero chiuso. 

Punto 7. E non so se l’avete capito: ma con la Superlega dei geni della lampada Perez, Laporta e Agnelli vedremmo ogni anno lo stesso campionato, con 15 squadre su 16 sempre confermate, una noia che già al secondo o terzo anno diverrebbe mortale: il tutto per far divertire solo loro e sapendo che il loro divertimento consiste esclusivamente nel fare soldi, tanti, e dividerli in poche, enormi fette. 

Punto 8. “Sono convinto che quelli della Superlega non troveranno un numero di squadre che parteciperanno a questa competizione: UEFA e FIFA continueranno quindi con le loro manifestazioni. E sia chiaro, non discuto la sentenza: dico solo che sarà difficile trovare un numero di grandi club per fare una competizione simile alla Champions League”. Se fossi io a dire queste cose sarebbe un conto; ma a dirle è un certo Adriano Galliani, un uomo di calcio a dir poco navigato, uno che era al fianco di Berlusconi quando a fine anni 80 il Milan propose una rivoluzione del format della Coppa dei Campioni proponendo una Superlega ante litteram che procurò non pochi problemi, a livello politico, al club rossonero. Tutto si può dire quindi tranne che Galliani sia contrario a un cambiamento pro-grandi club nel calcio europeo. Nonostante questo, il dato di realtà fa dire a Galliani che la Superlega non ha alcuna possibilità di andare in porto. 

Punto 9. E come dicevo, la Superlega non si farà per il semplice motivo che fa schifo nel profondo e per la filosofia e la finalità che la sottendono. Dei tre club che a lungo non si sono arresi due, Barcellona e Juventus, si sono mossi perchè mandati letteralmente in bancarotta dai loro dirigenti, quindi disperatamente bisognosi di soldi. Ma che il baraccone sia stato messo in piedi per fare l’interesse di pochi a discapito di tutti è apparso da subito evidente anche al tifoso della strada. L’Inghilterra, che non appartiene alla UE, vieterà per legge ai suoi club di uscire dalle manifestazioni UEFA e FIFA. In Spagna tutti i club di prima divisione, ad eccezione di Real e Barça, sono scesi in campo con la scritta sulla maglia che diceva: “Guadagnatela sul campo!” in aperta polemica col format anti-meritocratico della Superlega. In Germania e in Francia non c’è un club, a cominciare da Bayern e PSG, che si sogni di seguire i folli scienziati dell’A22; e come sempre i peggiori siamo noi, se è vero che a fronte dell’aperto e immediato no annunciato da Roma, Inter e Atalanta, un’apertura d’interesse è stata data dal Napoli di De Laurentiis - che proprio non ne azzecca una da sei mesi a questa parte - e persino dal Milan di Cardinale per bocca del presidente Scaroni. Meriterebbero davvero, Napoli e Milan, di arrivare sesti e settimi e di non qualificarsi alla prossima, ricca e rinnovata Champions League. Gli starebbe bene, vista l’indecorosa figura cui stanno andando incontro. Punto 10. Concludendo: secondo voi che fascino avrebbe una Superlega che scendesse in campo, l’estate prossima, schierando una formazione di 16 elementi di cui due certi (Real Madrid e Barcellona), tre incerti (Juventus, Milan e Napoli) e poi basta: contro una Champions che avrebbe tutti i grandi club della Premier League inglese, della Bundesliga di Germania, della Ligue 1 di Francia, l’Atletico Madrid, il Siviglia e la Real Sociedad di Spagna e tutti i grandi club di ogni paese europeo, dall’Ajax al Celtic, dal Salisburgo allo Shakhtar, club considerati scarsamente prestigiosi dalla società A22 e quindi immeritevoli di apparire in Superlega? Secondo me, fascino zero. Morale della favola (anzi, della parabola): con i soldi di Jp Morgan i club di sangue blu della Superlega ci faranno la birra. Perchè hai voglia a raccontare in giro che sei meraviglioso se tutti vedono chi sei e cosa sei: un poveretto con le pezze al culo che cerca di vendere la Fontana di Trevi al primo che passa. Ormai però il dado è tratto: Real Madrid, Barcellona e mister Andrea Agnelli, che però - almeno così sembra - è stato disarcionato da cavallo, anzi dalla zebra, la Superlega adesso devono metterla in campo per davvero. Superlega contro Champions, A22 contro UEFA. Mors tua, vita mea. Comunque vada, sarà uno spettacolo. Indimenticabile"

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