Fulvio Collovati ex calciatore tra le altre di Milan ed Inter, e Campione del Mondo del 1982 con la Nazionale Italiana, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni de Il Pallone Gonfiato.

Dal suo scudetto con il Milan fino ai Mondiali dell'82, per poi analizzare insieme i temi più caldi della Serie A 24/25, la nuova Champions League con l'esordio del Bologna e il derby tra Inter e Milan della prossima giornata di campionato

La sua carriera vanta tante soddisfazioni, ma il più importate è sicuramente il titolo di Campione del mondo dell’82. Esordisce con la maglia della Nazionale Italiana il 24 febbraio 1979, pochi mesi dopo, il 6 maggio 1979 festeggia lo scudetto del Milan contro il Bologna. Da li a poco il suo primo gol con la maglia azzurra fino a quell'11 luglio 1982 in cui sale sul tetto del mondo. Ci racconti quel periodo.

"Beh, che dire… praticamente qualche anno prima eseordisci 76-77 poi giochi titolare a 19 anni e poi raggiungi tutto ad un età molto giovane per cui forse non ti rendi nemmeno conto, non te lo godi. 

Adesso che ho un età della consapevolezza magari ti rendi conto di quello che hai fatto; a quei tempi eri, non dico inconsapevole ma eri cosi…un ragazzo che aveva toccato il cielo con un dito. 

Vinci lo scudetto, raggiungi la Nazionale, segni in Nazionale e raggiungi tutti i tuoi obiettivi… che tra l'altro non erano obiettivi che mi ero posto. 

Quando uno gioca a calcio cerca sempre di dare il massimo, però evidentemente qualche qualità l'avevi. Giocando con il Milan e la Nazionale arrivano poi conferme.

Il problema e la cosa più difficile dopo è quella di mantenersi a determinati livelli e devo dire che sotto questo aspetto ci sono riuscito".

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti (ph. Image Sport)

Cosa ne pensa oggi della Nazionale Italiana guidata dal Ct Luciano Spalletti?

"Premesso che Spalletti è un allenatore che mi piace, stimo dai tempi del Napoli, Roma e Inter. E' un allenatore che gli piace il bel gioco, ha fatto qualche errore, come può accadere a tutti, come nella gestione precedente. 

Adesso c'è da dire che non usufruisce di una generazione che sforna molti attaccanti, che sforna tantissimi difensori, però lui cerca di mettere a disposizione la sua conoscenza del calcio, il suo modo di giocare. 

A Napoli è stato perfetto. Sta cercando di puntare sui giovani ed è una cosa che mi attira e mi piace di più, anche se a volte si predica bene e basta, come chi dice di puntare sui settori giovanili e poi nulla; lui invece ha molta attenzione sui giovani. Ha fatto giocare Ricci, Tonali, Bastoni, si può dire che guarda al futuro".

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