L'Inter e il 2-2 di Genova. Un risultato che non ha soddisfatto ovviamente nessuno in casa nerazzurra. Ci si aspettava un inizio diverso, anche se il primo turno di un campionato - si sa - può portare ad inciampi.

Nulla di grave, insomma. L'Inter, sfortunata in occasione dei due gol dei grifoni, ha giocato per vincere, ritardando per una settimana l'appuntamento coi tre punti.

Non è andata meglio, peraltro, ai cugini del Milan che, solo nel finale, hanno riagguantato il pari in casa contro il Torino, a riprova di un torneo che lascia scenari apertissimi per le ambizioni Scudetto della squadra di Inzaghi, trascinata da un super Thuram.

Inter, solo pari a Genova. Cosa non è andato

Sbavature difensive hanno caratterizzato la sfida di Marassi. Episodi particolarmente singolari, più che di reparto, se pensiamo a quanto accaduto sul primo gol del Genoa, a firma del difensore Vogliacco.

Un pallone beffardo allungato di testa, una valutazione così così di Sommer, e infine qualche tentennamento di troppo nella riconcorsa al pallone, ferocemente catapultato in rete dal calciatore rossoblu.

In occasione del secondo gol, l'ingenuità è stata tutta di Bisseck che, con un braccio, ha evidentemente impattato la traiettoria del pallone. Bisseck appunto: croce e delizia ieri, anche se la scelta di Inzaghi non va del tutto sconfessata alla luce delle potenzialità del ragazzo.

Qualche riserva sulla prestazione di Lautaro Martinez, rientrato da poco dalle vacanze e mai in partita. Il Toro ha giocato una gara semplicemente assente: la prestazione dell'argentino è apparsa impalpabile, a differenza del suo collega di reparto Marcus Thuram.

Qualche criticità anche in mezzo al campo, ad un Calhanoglu in versione non brillante si è accostata la prova non particolarmente propositiva di Mkhitaryan. Non è forse un caso che qualche giro in più lo si sia conquistato con l'avvento in campo di Frattesi.

A mancare, ieri, pure gli esterni: è in particolare il ruolo di Darmian (alto a destra) che sembra non poter produrre più consensi unanimi. Forse l'Inter avrebbe bisogno di un corridore puro anche sulla fascia destra, che faccia il paio col lavoro già svolto sulla corsia opposta da Dimarco.

Considerazioni che si intrecciano pure col mercato: quanto sarebbe servita ieri una seconda punta vera, in grado di scardinare la tenace difesa avversaria con i suoi dribbling? 

Poteva essere la partita di Gudmundsson (magari da grande ex), è diventata una nuova occasione di critica sul margine non colmato dall'Inter circa la composizione di un reparto che conta almeno due esuberi. Quello dell'islandese è un fantasma che è sembrato in qualche modo aleggiare su ambedue i lati.

Il Genoa, spuntato, è sembrato troppo leggero in attacco. L'Inter, dal canto suo, avrebbe potuto godere eccome delle accelerate del calciatore finito da pochi giorni alla Fiorentina di Palladino.

Albert Gudmundsson
Albert Gudmundsson (ph. Image Sport)

Thuram e non solo. La metà dell'Inter che sorride

Impressionante la prova di Marcus Thuram, gran mattatore dell'incontro ieri a Marassi. Splendida la girata di testa in occasione della prima rete; ancor più delizioso il tocco con cui ha superato il portiere in uscita per l'illusorio vantaggio nerazzurro.

Una prova a tutto tondo quella del francese che, non di rado, ha sprigionato a tutto gas il suo atletismo. Poco altro ha funzionato ieri in casa Inter.

E' piaciuto, ad esempio, l'ingresso di Frattesi e il coraggio di Inzaghi nell'inserire anche Taremi, in aggiunta ai titolari Lautaro e Thuram. Uno spartito iper offensivo, che ha dato la traccia della fame di successo dei nerazzurri.

Provando ad evitare le sbavature manifestate ieri, l'Inter possiede materiale per primeggiare. Il dato, non confortato per una volta dal risultato, resta saldo anche dopo l'enigmatico pomeriggio ligure.

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