L'estate del 2023 non verrà ricordata probabilmente come una delle più entusiasmanti a livello calcistico, anche in virtù del fatto che non si è disputato nessun torneo  tra Nazionali, bensì per un evento che non aveva avuto precedenti: l'avvento del campionato saudita sui top player europei e nel calciomercato internazionale. Cristiano Ronaldo, Benzema, Neymar, Kante, solo per citare alcuni dei giocatori che hanno scelto di sposare il progetto della Saudi Pro League. A distanza di un anno però, il calcio in Arabia Saudita ha ancora credibilità agli occhi dei grandi giocatori provenienti dalle squadre europee?

Saudi Pro League: ecco com'è cambiato il mercato in un anno

Il 30 dicembre 2022 l'Al-Nassr, club del campionato saudita con sede nella capitale del paese Riyad, ufficializza l'acquisto di uno dei giocatori più forti della storia del calcio: Cristiano Ronaldo. Probabilmente, si può identificare questo come l'episodio che ha poi determinato quello che sarebbe avvenuto sei mesi dopo nel calciomercato arabo e mondiale. “L'effetto Cristiano Ronaldo” infatti ha generato una cosa a cui non avevamo mai assistito, ovvero il trasferimento ravvicinato di più campioni e top player in un campionato al di là dei confini europei e, obiettivamente, di un livello inferiore. Un livello inferiore per cui però si può chiudere un occhio e far finta di nulla grazie ai lauti ingaggi che i club arabi hanno potuto offrire a giocatori del calibro di Benzema, campione in carica del Pallone d'Oro all'epoca, Neymar e Koulibaly, oltre a Roberto Firmino, Sergej Milinkovic-Savic, Mendy, Kante, Ruben Neves, Kessie e Gabri Veiga. Proprio quest'ultimo è stato al centro di non poche polemiche, data la sua giovane età e il grande talento che gli viene riconosciuto e la scelta di andare a cimentarsi in una realtà calcistica del genere.  

Kalidou Koulibaly
Kalidou Koulibaly (ph.Image Sport)

Calciomercato 2024: ci si è già dimenticati dell'Arabia Saudita?

L'Arabia Saudita nell'estate 2023 ha assolutamente posto le basi, a suon di milioni e ingaggi faraonici, per poter diventare una delle realtà più importanti del mondo. Qualcosa però sembra essere andato storto. Durante l'anno si sono intravisti i primi segnali di cedimento, partendo dal poco seguito televisivo delle partite nel mondo occidentale e non solo, alla diminuzione, paradossale, dell'affluenza negli stadi. Il punto più basso forse si è intravisto quando a vedere la gara tra Al-Ettifaq e Al-Riyadh si sono registrati appena 696 spettattori. Considerando che la squadra di casa poteva e può disporre di campioni da “mostrare” al proprio pubblico come l'allenatore Steven Gerrard, Wijnaldum e Jordan Henderson questi dati sembravano effettivamente annunciare un fallimento. Un'altra prova che potrebbe sancire la frenata nell'evoluzione del calcio mediorientale è sicuramente ciò che stiamo vivendo e osservando in questi giorni: a distanza di un anno esatto infatti possiamo dire che la Saudi Pro League, al di là di tutta la liquidità che potrebbe offrire, ha completamente perso l'appeal dei grandi giocatori europei, rendendo di fatto la sessione di calciomercato di un'estate fa nient'altro che un'illusione.É lampante infatti la disparità di denaro investito (e della qualità dei giocatori soprattutto), tra l'anno scorso e questa estate. I principali colpi da segnalare sono infatti Moussa Diaby, passato dall'Aston Villa all'Al-Ittihad per 60 milioni circa, Pierre Aubameyang, Nacho Fernandez e Bento. Un passo indietro estremamente notevole, che forse, ci sta dicendo che le preoccupazioni della scorsa estate sull'avvento dei milioni nel calcio europeo sono state un po' affrettate.

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