Dopo un mercato incandescente l'entusiasmo intorno alla Roma di De Rossi era palpabile, tuttavia i giallorossi non hanno rispettato le attese e si sono resi protagonisti di due prestazioni anonime, che sono valse solo un punto contro Cagliari ed Empoli. Preoccupante il primo tempo della partita di ieri contro i toscani, terminata poi 1-2, con gli stessi che potevano incrementare il vantaggio viste le chance capitate a Gyasi e Colombo, giustizieri giallorossi poco più tardi. La squadra di De Rossi è apparsa lenta, prevedibile e monotematica, il solo Dybala non basta ad accendere la luce, specialmente se predica nel deserto. Giallorossi anche sfortunati con tre legni colpiti, da Pellegrini, Mancini e Dybala, ma la partita pone degli interrrogativi in merito alla Roma anche da un punto di vista strutturale.

Dovbyk, tra ambientamento e adattabilità al gioco di De Rossi

Fiore all'occhiello della campagna acquisti giallorossa,è sicuramente Artem Dovbyk, che dopo una stagione da protagonista al Girona è sbarcato nella capitale per 30.5 milioni più 5.5 di bonus e il 10% sulla futura rivendita. Il peso dell'attacco è gran parte sulle sue spalle dal momento che Tammy Abraham sembrerebbe diretto a Londra, direzione West Ham. I tifosi erano vogliosi di vederlo segnare, ma le prime due partite sono state le conseguenze di un consueto periodo di adattamento che deve completare. Non due partite indimenticabili quelle del classe 1997 ucraino. Ad onor del vero oltre a ciò appare anche difficile un inserimento in questo piano di gioco, fatto di possesso palla e dialoghi nello stretto, viste le caratteristiche del giocatore, in grado si di dialogare ma decisamente non la sua caratteristica migliore. Il giocatore andrebbe servito dentro l'area per sfruttare potenza fisica e centimetri, magari riempendo la stessa con gli inserimenti dei centrocampisti per liberarlo dalla marcatura. Questo aspetto è stato sottolineato anche dal tecnico nel post partita: “Artem va servito in profondità, nello spazio, con palla alta e gli va tolto spazio in area. Se va a riempire l’area da solo è impossibile per lui trovarsi gli spazi giusti.” Certo che acquistare un attaccante poco congeniale al gioco palla a terra, e poi dover modificare l'idea di calcio in corso d'opera non è il massimo.In aggiunta forse l'arrivo di Soulé era stato fatto proprio in virtù di una possibile partenza della Joya, tant'è vero che le zone di influenza occupate ieri erano le stesse. Bisognerà risolvere anche questa coesistenza per sfruttare al massimo il talento di entrambi.

Artem Dovbyk
Artem Dovbyk (ph. Depositphotos)

Nodo centrocampo e terzino destro

Il calcio di oggi è improntato anche su ritmi alti,dinamismo, e cambi di passo che spesso sono di competenza del centrocampo. A questo proposito se si guarda la mediana giallorossa manca forse un giocatore dinamico, col cambio di passo e di ritmo. Paredes, ieri alla peggior partita in maglia giallorossa, e Cristante danno si delle coperture ma spesso sono lenti nelle scelte e nel ribaltare rapidamente l'azione. Lo stesso Pellegrini, l'unico con il guizzo negli ultimi metri, non riesce a concretizzare le occasioni recapitatogli e da solo fa fatica ad accellerare la manovra che risulta lenta prevedibile e compassata. Arriviamo al lato destro; che alla Roma servisse un terzino destro non era certo un segreto, tuttavia questa lacuna per il momento non è stata adeguatamente colmata. E'arrivato Abdulhamid, giovane con potenziale di cui bisognerà attendere il completamento dell'adattamento. Sicuramente la Roma di De Rossi non sarà quella vista fin qui,o quantomeno è l'auspicio di tutto l'ambiente, però il campanello d'allarme è suonato forte e chiaro, servono le contromisure al più presto: settimana prossima c'è la Juve di Thiago Motta

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