L'inizio della carriera da calciatore

 Luciano Vassallo che è il simbolo di questa unione, viene così odiato e insultato dagli eritrei che lo considerano figlio degli invasori italiani pur essendo eritreo di nascita, dagli italiani che lo considerano un meticcio e dagli etiopi presenti nel paese, con quest'ultimi che a loro volta non tollerano gli italiani a causa dell'occupazione dell'Etiopia da parte delle truppe di Mussolini.

Viene cacciato da scuola per aver picchiato un compagno di classe reagendo agli insulti razzisti nei suoi confronti, poi prova a cercare lavoro presso gli italiani che vivono ad Asmara prima come panettiere e poi come falegname ma viene pagato poco e umiliato a causa del colore della pelle. Riesce a trovare un riscatto sociale nel calcio, sport importato nel paese durante l'occupazione fascista, grazie alle sue doti da calciatore e inizia a guadagnarsi quel rispetto che prima gli era stato negato.

E' la Stella Asmarina, squadra formata da meticci italo-eritrei come lui, a dargli fiducia e permettergli l'esordio da calciatore nel 1950. Vi rimane due stagioni, poi nel 1952 passa alla Ferrovieri Asmara dove oltre a giocare, lavora come meccanico nelle ferrovie eritree. Nel 1953 è la volta del Gaggiret, una squadra di persone vissute in strada come lui e che pagano di tasca propria gli allenamenti e le quote per tenere in piedi la società, rimanendovi fino al 1958.

Da qui passa al Gruppo Sportivo Asmara, compagine formata da italiani per 600 dollari eritrei e un lavoro alla Imperial Highway Authority, dove trova la sua consacrazione diventando uno dei giocatori più forti del paese cambiando anche ruolo e passando da essere terzino a regista avanzato, posizione nella quale mette in mostra una grande tecnica e gonfia più volte le reti delle squadre awersarie. Nel 1960 passa al Cotton FC, squadra etiope lasciando così l'Eritrea senza tornarci mai più.

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