Appassionata di ciclismo. Ma quali stimoli e sensazioni riescono a darti le due ruote che altri sport non sono mai riusciti a trasferirti?

La bicicletta è il mezzo che amo di più al mondo; è grazie a lei che sono riuscita a conoscere le bellezze dei posti che attraverso pedalando. Solo in sella mi sento davvero libera di andare alla scoperta di quello che mi circonda. Rispetto alla corsa a piedi mi permette di macinare anche 90/100 km ad uscita: hai idea di quanti panorami meravigliosi mi sono rimasti impressi?

Quando è entrata nel cuore di Stefania per la prima volta la bici?

Da sempre! Pensa che conservo ancora il triciclo che mi avevano preso i miei genitori quando avevo 3-4 anni!!! Nel 2016 poi è arrivata la mia prima bici da corsa Kuota; da grande amante del ciclismo è sempre stato un sogno nel cassetto potere macinare chilometri su un mezzo a due ruote simile a quello usato dai grandi campioni. Ora pedalo su Atena, una Focus Izalco Max 8.9; mi piace dare i nomi alle biciclette che utilizzo. Prima ci sono state, Freedom, Artemide ed Orione.

Stefania Andriola con Luciano Ligabue
Stefania Andriola con Luciano Ligabua al Giro d'Italia

A proposito di due ruote, in che rapporto stanno Stefania e il Giro d’Italia?

Il mio primo approccio al mondo del ciclismo, risale al 2003 quando mi scelsero come Miss Estathé, la Miss che premia la maglia rosa del Giro d'Italia. Prima di allora conoscevo poco di quello sport che mi sembrava noioso e adatto solo ad un pubblico di una certa età. Ricordo mio nonno seduto sulla poltrona davanti alla tv a guardare ogni tappa del Giro d'Italia e del Tour de France; mio nonno nato nel 1910 e cresciuto quando gli italiani si dividevano tra i seguaci di Coppi e Bartali. Prima di quel Giro credevo il ciclismo fosse uno sport insipido ed individuale, ma avere la possibilità di essere su quei percorsi come Miss, sia in partenza che all'arrivo, mi ha aperto gli occhi su un mondo che poi non ho più voluto abbandonare. Un mondo dove la vera bellezza si nasconde tra la fatica, le salite, i paesaggi da affrontare, i km che ti tolgono il fiato su percorsi dove si appostano centinaia di persone per vedere passare i propri beniamini anche solo per 30 secondi di volata.

C’è un nome del ciclismo che ha segnato in particolare modo la tua vita lavorativa e personale?

Senza dubbio Marco Pantani. Quel mio primo Giro di cui ti ho parlato prima, non posso dimenticarlo, fu l'ultimo Giro di Marco Pantani. Pur essendo “straniera” in quel mondo, sentivo la forza del suo personaggio; era inavvicinabile, sempre circondato da decine di fan. Era facile individuarlo prima di ogni partenza: bastava buttare l'occhio e cercare una folla di persone e telecamere; lì dietro si nascondeva il Pirata.

Stefania Andriola
Stefania Andriola
Vessicchio durissimo: "Interisti dovrebbero scomparire: meritavano la retrocessione per..."
Juventus protagonista: Motta vuole un giocatore del Milan, Giuntoli punta talento inglese

💬 Commenti