DAZN e l'inno della Juventus 

Paolo Ziliani poi sposta l'attenzione sull'inno Juventus e…

"Perchè non crediate che mi stia inventando tutto. L’INNO. Quando le squadre agli ordini dell’arbitro Abisso alle 21 spaccate entrano in campo, si alzano al cielo le note di un inno. 

Che inno sarà, si chiedono tutti? Forse la città di Pescara ha un suo inno e coglie l’occasione per farsi pubblicità e farlo conoscere agli italiani? Ma no, forse è l’inno del Brest: che essendo la squadra ospite, francesi in terra d’Italia, la città di Pescara ha pensato in questo modo di omaggiare? Macché: è l’inno della Juventus, quello che dice “Juve / storia di un grande amore”. 

Ci siamo dunque sbagliati? Siamo all’Allianz Stadium di Torino per un cambio di programma dell’ultima ora? No, siamo a Pescara. E si manda l’inno della Juventus come se fosse quello della nazionale. 

Uno dice: si sta giocando la finale di Coppa dei Campioni, quindi ci può stare. Invece no, c’è Juventus-Brest amichevole pre-campionato eppure questo è quel che sta accade allo stadio Adriatico, col telecronista che si azzittisce per timore di profanare l’evento e perchè tutta Italia segua commossa il sacro rito.

 E siccome l’inno va per le lunghe, a un certo punto la regia mostra l’arbitro Abisso ripreso in primo piano col fischietto in bocca indeciso sul da farsi. Volete Gesù o Barabba? L’inno o la partita? 

Qualcuno se ne accorge, parte l’ordine e come d’incanto il cantico viene fatto sfumare. IL MINUTO DI SILENZIO. E però, sorpresa nella sorpresa, non appena la musica tace ci si accorge che l’arbitro non ha fischiato l’inizio della partita, ha dato il via a un minuto di raccoglimento.

 La regia mostra infatti le due squadre schierate a capo chino sul cerchio di centrocampo e da casa tutti si chiedono, con un filo di preoccupazione: oddìo, chi sarà morto? Forse qualcuno del Brest, magari un vecchio dirigente o un congiunto del presidente? O forse (Dio non voglia) qualcuno legato al mondo Juventus, magari scomparso da poco, improvvisamente, nell’imminenza della partita? 

La cosa strana è che il telecronista Edoardo Testoni, che è un bravo telecronista, non ci ha detto nulla in proposito in qualche modo preparandoci. E mentre il minuto di raccoglimento trascorre, penso: sicuramente Testoni sta facendo la telecronaca da tubo, cioè dalla redazione, cioè da Milano per via dei tagli che DAZN ha annunciato, in ragione dei quali ha tra l’altro messo in esubero metà redazione.

 E quando il minuto di silenzio si conclude e Testoni, dopo un’ulteriore, inquietante pausa di interminabili secondi torna a parlare e con finta non calanche dice: “Pronti per incominciare dunque!”, senza spiegare nemmeno ora chi sia morto, ne ho la conferma: il giornalista non è allo stadio (altrimenti avrebbe chiesto informazioni al vicino di postazione e avrebbe rimediato) e DAZN non ha nessuno a Pescara abbastanza sveglio per far sapere a Milano quel che sta accadendo allo stadio Adriatico.

 LE FORMAZIONI. Ma non è finita. La partita comincia e la prima cosa che il povero Testoni si trova costretto a dire è: “Le formazioni non le abbiamo viste graficamente ma sono quelle che vi dicevo”. Il tempo di darmi un pizzicotto e realizzo: è vero, la partita è in corso e manca completamente la grafica. 

A memoria d’uomo non succedeva dai tempi di Nicolò Carosio, quando la Rai aveva un solo canale e trasmetteva le partite in bianco e nero. Non solo non sono state mostrate le formazioni, ma se uno spettatore si sintonizzasse adesso sulla partita non saprebbe se siamo al minuto 3, al minuto 33 o al minuto 87. 

Che DAZN abbia esagerato con la politica dei tagli? Il nervosismo dei pochi, irriducibili abbonati di DAZN che hanno appena sottoscritto l’abbonamento a prezzo maggiorato si taglia a fette.

IL CABLOGRAMMA. Al minuto 7, probabilmente grazie a un piccione viaggiatore partito da Pescara e posatosi sul monitor da cui Testoni conduce la sua eroica telecronaca via tubo, l’atteso dispaccio arriva: “Minuto silenzio inizio partita stop fatto per onorare memoria stop Bruno Garzena stop”. 

Alla buon’ora. Si tratta del terzino della Juventus degli anni 50 e 60 morto tre giorni fa a Torino all’età di 91 anni: pace all’anima sua, naturalmente. E un po’ di pace invade per fortuna anche l’animo del telecronista di DAZN quando al minuto 9, come per miracolo, vede comparire in alto a sinistra del suo monitor la grafica:

 JUV 0 BRE 0 con tanto di minuto di gioco. Complimenti Testoni: questa è la tua serata fortunata!

 IL CATTIVO. A ravvivare una partita noiosa si è messo intanto, a dispetto dell’etichetta “amichevole”, indovinate chi? Ma sì, proprio lui, Gatti, che per imperscrutabili motivi non è alle Olimpiadi a difendere i colori azzurri nella lotta libera.

 E comunque Gatti sale alla ribalta al 31’ con un’entrata da brivido su un imprudente francese che ha la malaugurata idea di avventurarsi sulla corsia di sinistra, e poi al minuto 40 con la specialità della casa: una gomitata a stendere lo sventurato attaccante affidato alla sua marcatura, al secolo Ajorque.

 Che va subito a protestare con Abisso, che naturalmente gli dice che non ha visto niente. Il tutto mentre il telecronista Testoni assicura che è stato Ajorque ad andare a sbattere contro lo sfortunato Gatti. 

Mentre queste meravigliose cose accadono, si sente Motta invitare “Fede” a giocare e stare calmo. È la seconda volta che lo fa. Il responsabile di produzione di DAZN che ha avuto la pensata di sistemare proprio accanto a Motta un microfono a bordo campo passerà un brutto quarto d’ora, io credo, l’indomani.

 IL RIGORE. Al 5’ del secondo tempo il Brest passa in vantaggio con Camara. Ma otto minuti dopo arriva l’1-1 della Juventus grazie a un rigore (trasformato da Vlahovic) concesso senza esitazioni da Abisso per un fallo commesso in area su Locatelli. 

A dire il vero nessuno dei replay mostrati da DAZN (solo due e entrambi da dietro e da lontanissimo) chiarisce la dinamica dell’accaduto: Testoni ci assicura però che l’intervento del difensore francese sul piede di Locatelli è netto. 

Forse il telecronista, visti i tagli di DAZN, ha provveduto con un suo drone personale spedito a volteggiare sul campo di Pescara e ha visto immagini che nessun umano al mondo a parte lui ha potuto vedere. 

Io però stimo Testoni, che tra l’altro stasera tra morti misteriose e inni a duemila decibel avrebbe tutte le attenuanti del caso, e decido di credergli sulla parola.

 LA FESTA. Ci sono altri due gol: prima segna Danilo di testa su angolo di Douglas Luiz, poi nel finale pareggia Cambian con la difesa della Juve presa malamente d’infilata a dispetto che in campo ci siano adesso due titolatissimi come Bremer e capitan Danilo.

Finisce così 2-2. E Abisso non fa in tempo a togliere il fischietto di bocca che pam!, ecco ripartire a manetta l’inno bianconero: “Juve / storia di un grande amore / bianco che abbraccia il nero / coro che si alza davvero / per te”. Qualche abbonato ingenuo si domanda, prima di spegnere: “Ma cos’è diventato: l’inno nazionale?". Beh, in un certo senso sì. Per DAZN almeno lo è. Da tempo".

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