Dopo una stagione idilliaca con Thiago Motta conclusasi con una storica qualificazione in Champions League, l'ambiente a Bologna era inevitabilmente in fibrillazione. Al suo posto, che se ne dica in giro, è arrivato un validissimo allenatore: Vincenzo Italiano, che ha portato la Fiorentina a disputare tre finali di cui due di Conference League e una di Coppa Italia. Il livello di calcio e i risultati espressi nella passata stagione sono difficilmente replicabili, ma bisogna dare il tempo all'ex Fiorentina di inculcare il proprio gioco nelle menti dei giocatori. Un cambiamento importante tra i due anni è sicuramente rappresentato dalla partenza di Joshua Zirkzee e Riccardo Calafiori. Tuttavia oggi ci siamo concentrati su quali siano le differenze tra il Bologna di Thiago Motta e quello di Italiano da un punto di vista tattico.

Cosa cambia in fase difensiva: l'analisi

Spesso incensato per il calcio fluido e le idee assolutamente innovative, che andremo ad analizzare nel paragrafo successivo, è bene riconoscere che il vero segreto del Bologna di Thiago Motta è stata la fase difensiva, come attestano le sole 32 reti incassate in 38 partite. Questo sottolineando anche che una volta raggiunto l'obiettivo i rossoblù hanno anche allentato la presa (vedasi il 3-3 contro la Juve). L'idea dei rossoblù di Thiago Motta era quella di recuperare il pallone più alto possibile, e per raggiungere questo obiettivo si posizionava con un 4-1-4-1 in fase di non possesso. In questo modo venivano chiusi gli spazi centrali evitando di farsi imbucare centralmente (cosa successa per esempio in occasione del secondo gol del Napoli). Quindi una volta che i difensori avversari iniziavano il giro palla i giocatori del Bologna scalavano subito in avanti avendo l'uomo come riferimento.Più semplice quando si fronteggia una difesa a tre, dal momento che le ali vanno in pressione sui braccetti e la punta sul centrale, con una difesa a quattro invece le ali si occupano dei terzini con un centrocampista che scala in avanti vicino alla punta in pressione. Diversa invece la situazione con Italiano che predilige la linea difensiva più alta cercando una riaggressione altissima per tenere il possesso del pallone. Sulla riaggressione il concetto è simile a quello del neo tecnico bianconero, diversa la situazione sull'altezza della linea di difensori, portata più avanti dall'ex Fiorentina, che porta dei rischi con se ma anche degli importanti benefici quando si recupera il pallone in avanti.

Sam Beukema
Sam Beukema (ph. Image Sport)

Cosa cambia in fase offensiva: l'analisi

Il filo conduttore è sempre lo stesso: possesso palla e cercare di avere il pallino del gioco in mano. L'idea di gioco dello scorso anno era improntata sul possesso palla e sui continui movimenti per riattaccare gli spazi lasciati liberi dai compagni. Si pensi che lo scorso anno il Bologna di Thiago Motta era secondo per possesso palla (58.1%, dietro solo al Napoli primo con 60.9) e primo per tocchi nella trequarti difensiva. Quest'ultimo aspetto è fondamentale, poiché toccando più volte il pallone nella propria trequarti si spingevano gli avversari ad alzarsi in pressing e a "stanarsi" per poi poter riattaccare velocemente quello spazio alle spalle lasciato libero dal movimento in avanti degli avversari. Antitetico il possesso palla di Vincenzo Italiano, tant'è vero che lo scorso anno la Fiorentina è stata prima per field tilt (65.23%) , ovvero il possesso palla nella trequarti avversaria. L'obiettivo è quello di trovare un pertugio "accerchiando" l'avversario nella propria area tant'è vero che i viola sono stati tra le squadre ad aver effettuato il maggior numero di cross. L'acquisto di Dallinga, va proprio in questa direzione essendo molto abile nello stacco di testa. Il rischio è che effettuando un fraseggio troppo orizzontale nella trequarti avversaria, le difese si possono chiudere ulteriormente non lasciando spazi.

Giovanni Simeone
Giovanni Simeone nel momento del gol al Bologna (ph. Image Sport)

 

L'indizio di buon auspicio

Tuttavia c'è un punto in comune tra le due stagioni che puo' fare ben sperare i tifosi del Bologna, o almeno questo sarebbe l'auspicio. Infatti anche nella stagione passata i rossoblù avevano iniziato il campionato con un punto (perdendo in casa contro il Milan e pareggiando a Torino contro la Juve). Successivamente al Dall'Ara arrivò il Cagliari, sconfitto 2-1 a cui fecero seguito tre pareggi consecutivi per 0-0 (contro Verona, Napoli e Monza). Che sia un indizio di buon auspicio è quello che si augurano tutti i tifosi dei felsinei. Intanto sabato alle 18.30 i rossoblù sfideranno l'Empoli; gli uomini di Italiano vogliono assolutamente riscattare la prova di Napoli.

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