Il nuovo e ritrovato entusiasmo della Juventus sotto la gestione di Thiago Motta è a dir poco contagioso. I giovani vengono lanciati senza timori reverenziali e vengono supportati come si deve dal punto di vista tattico. C'è anche una volontà riscoperta nell'attaccare senza sosta, senza mai rinunciare ad imporre il proprio gioco, concetti che per larga parte del tempo erano stati impensabili durante il controverso e contestato triennio dell'Allegri-bis.

Se poi ci aggiungiamo che Dusan Vlahovic, dopo i tanti sprechi contro il Como (contrapposti ad un lavoro infaticabile in tutte le fasi del gioco), è stato autore di una splendida doppietta contro il Verona nella serata di ieri, viene da chiedersi non soltanto se questa stagione possa consacrare il serbo in bianconero, ma se possa esserci la possibilità concreta da parte della Vecchia Signora di tornare a competere con i vertici del campionato italiano.

Dusan Vlahovic
Vlahovic Juventus

I numeri di Vlahovic in Serie A

Dal principio, Dusan Vlahovic è un attaccante formidabile, tra i migliori della Serie A. È bene ricordarlo, in modo tale da ricordare a molti smemorati quelle che sono le migliori qualità di un centravanti che ha pochi, pochissimi eguali nel campionato italiano.

Il serbo ad oggi conta 79 gol in 11974 minuti giocati in Serie A (il corrispettivo di 133 partite effettive). Ciò implica che Vlahovic ad oggi abbia una media realizzativa di un gol ogni 152 minuti circa di media. Per fare un confronto numerico, vi basti pensare che Lautaro Martinez, l'ultimo capocannoniere (ed MVP) della Serie A, ha una media di circa un gol ogni 136 minuti, mentre Victor Osimhen, il centravanti del Napoli scudettato di Luciano Spalletti, la tiene da uno ogni 125. Romelu Lukaku invece, promesso sposo del Napoli, uno ogni 145.

Di conseguenza, negli ultimi anni soltanto in quattro tra i centravanti militanti in Serie A sono stati capaci di fare meglio di Vlahovic dal punto di vista realizzativo. Senza considerare poi che Vlahovic dal 2019-2020 fino al gennaio 2022 ha militato nella Fiorentina, mentre nel triennio con Massimiliano Allegri si è scontrato con qualche guaio fisico di troppo (su tutti la pubalgia) e con un gioco tutt'altro che brillante per valorizzare le sue caratteristiche.

Con un gioco votato all'attacco come quello proposto da Thiago Motta, Vlahovic può davvero consacrarsi una volta per tutte.

Sarà capocannoniere a fine anno?

Ora che Vlahovic si è sbloccato in questa stagione, diventa inevitabile chiedersi se sarà capocannoniere della Serie A alla fine della stagione, un titolo che Dusan aveva sfiorato già nel 2021-2022 e per il quale non aveva potuto concorrere a causa di varie vicissitudini nei primi due anni e mezzo in bianconero.

Ad oggi, il serbo deve correggere tre aspetti. Il primo non è necessariamente una sua responsabilità e riguarda la fine di quei piccoli infortuni maledetti che spesso l'hanno frenato. Il secondo riguarda il cinismo sotto porta, spesso dovuto anche ad un carattere umorale che gli fa perdere la lucidità al primo errore anche veniale. Il terzo, infine, è correlato ai rigori.

Vlahovic infatti non è certamente un asso dal dischetto, come confermato dal 5/8 dagli undici metri da quando è approdato alla Juventus, così come dall'incertezza generale nella sua preparazione. E se è vero che né Lautaro Osimhen sono due rigoristi affidabili e sono comunque riusciti a vincere la classifica marcatori, è altresì vero che essere un ottimo rigorista sarebbe una manna dal cielo per la Juventus.

Perché a prescindere da tutto, i rigori segnati sono comunque dei gol che possono fare la differenza nell'economia di una singola partita così come di una stagione intera. Ora starà a Vlahovic correggere alcuni limiti caratteriali e tecnici, per arrivare alla tanto desiderata consacrazione con la maglia della Juventus.

 

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