Il calcio vive da sempre di scontri individuali che talvolta possono mostrare una vera e propria spaccatura generazionale tra due protagonisti. Un esempio in questo senso ci arriva dalla finale dei Mondiali di circa due anni fa, quando i due principali protagonisti furono Lionel Messi e Kylian Mbappé, separati tra di loro da 11 anni di distanza (del 1987 il primo, del 1998 il secondo).

Anche il Sudamerica ha fatto da teatro per una partita passata agli annali, quando Neymar (nato nel 1992) e Ronaldinho (nascituro del 1980) regalarono uno degli Show calcistici più famosi ed iconici della storia del calcio brasiliano.

Il 27 luglio 2011, ovvero 13 anni fa, in Brasile andava in scena un Santos vs Flamengo destinato a scrivere la storia a caratteri cubitali.

Il talento di Neymar

Il più giovane degli sfidanti non era altri che Neymar, che col tempo si sarebbe consacrato come il giocatore brasiliano più forte degli ultimi 15 anni, ma che nel 2011 era in rampa di lancio all'età di soli 19 anni.

Nel luglio di quello stesso anno, Neymar era reduce da una Copa Libertadores a dir poco dominante con il Santos, non soltanto per i numeri (6 gol e 3 assist in 15 partite), ma anche e soprattutto per le prestazioni e per il dominio territoriale, tecnico e tattico che imprimeva alle partite. Era di un'altra categoria rispetto a qualsiasi altro calciatore del Sudamerica.

A riprova di ciò, il suo 2011 fu così strabiliante nel complesso da convincere France Football ad inserirlo senza esitazioni nella Top 10 della corsa al Pallone d'Oro. Tutt'oggi, nessun altro giocatore militante in Sudamerica è riuscito in una simile impresa, e ciò conferma il talento traboccante del quale era - e tutt'ora - in dote il buon Neymar, nonché della considerazione da stella mondiale che aveva già ottenuto tra gli addetti ai lavori e gli appassionati.

Nella partita del 27 luglio 2011 contro il Flamengo, Neymar fu un UFO, tanto da segnare due gol (di cui uno stordente nella sua bellezza, nonché futuro vincitore del Trofeo Puskas), siglare un assist in rovesciata per Borges e seminare il panico tra le maglie della difesa dei Rubro-Negro.

In sostanza, una goduria per gli occhi per chi ai tempi stava ammirando l'ascesa di un fuoriclasse assoluto, destinato a scrivere la storia del calcio brasiliano.

L'esperienza di Ronaldinho

Dall'altra parte, a contrapporsi a Neymar vi era Ronaldinho, che dopo aver ormai vissuto anni prima il suo apice assoluto con le varie conquiste individuali (un Pallone d'Oro e due FIFA World Player) e di squadra (su tutte, il Mondiale vinto nel 2002 col Brasile e i successi col Barcellona), non aveva apparentemente più niente da raccontare nel calcio che contava.

Il Milan di Massimiliano Allegri stava ormai iniziando a fare a meno del suo talento, appesantito dall'età sempre più grande dei 30 anni e dalla poca professionalità che gli stava impedendo di esprimersi al suo meglio. Nonostante la sua mobilità fosse ridotta, sin dai suoi primi mesi con la maglia del Flamengo il classe ‘80 appariva ispirato dall’aria di casa che poteva respirare dopo tantissimi anni.

Ronaldinho
Ronaldinho ai tempi del Flamengo (ph. Image Sport)

Anche lui fu il principale protagonista della partita del 27 luglio 2011, esaltandosi al suo meglio con tre gol di grandissima furbizia ed esperienza. Ad essere particolarmente efficace fu una punizione, segnata aggirando la barriera dal basso con la risolutezza tipica dei veterani.

Un marchio di fabbrica che in passato aveva fatto le sue fortune quando Ronaldinho ancora militava con la maglia del Barcellona e che ad oggi, con l'avvento del “coccodrillo” in aiuto per le barriere sulle punizioni, risulta ormai superata come scelta di battuta.

Il risultato finale

Il risultato fu a dir poco storico, con il Flamengo che riuscì ad avere la meglio sui campioni massimi del Sudamerica con un pirotecnico e roboante 5-4. Un risultato passato alla storia non soltanto per i tanti gol segnati, ma per lo spettacolo offerto da questi due signori per le loro rispettive squadre.

Questa contrapposizione tra l'esuberanza del talento di Neymar e la risolutezza figlia dell'esperienza di Ronaldinho fu la ricetta perfetta per una partita che è stata consegnata alla storia del calcio sudamericano per lo splendore del calcio che questi due fuoriclasse riuscirono ad offrire.

A prescindere dal risultato favorevole per il Flamengo, fu soprattutto il calcio a vincere, mettendo in mostra tutta la spontaneità e la purezza di questo sport.

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