Juventus, l'acquisto di Vlahovic 

Dusan Vlahovic
Vlahovic Juventus

Il giornalista Ziliani poi continua a parlare degli affari Juventus con Arrivabene e gli altri ex dirigenti:

" Arrivabene, dicevo, oltre a dare l'okay all'acquisto di Vlahovic dalla Fiorentina per 91,2 milioni e allo stipendio che Madama gli pagherà, che oggi ammonta a 23 milioni lordi e che dovrà essergli corrisposto fino al 30 giugno 2026, trova il modo di non collaborare con la Procura di Torino che lo interroga sulla montagna di illeciti commessi dalla Juventus promettendo documentazioni che il club non fornirà mai (e che gli inquirenti provvederanno a ottenere grazie a una serie di perquisizioni), di farsi squalificare in campo sportivo per due anni, di ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI e vedersi respinto il ricorso e - ultima in ordine di tempo - di ricevere assieme ad Agnelli, Paratici, Nedved e altri dirigenti dell'area amministrativa la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma divenuta titolare dell'Inchiesta Prisma avviata appunto dalla Procura di Torino. 

Oggi il Corriere della Sera pubblica un’intervista a Maurizio Arrivabene nientemeno che a doppia pagina.

 Arrivabene racconta di essere arrivato in una Juventus che stava spendendo troppo, di avere fatto il possibile e l’impossibile per tamponare l'emorragia di denaro in corso, dice tutto ciò mentendo e sapendo di mentire ma il Corriere della Sera - da due secoli il più autorevole quotidiano d’informazione d’Italia - non fa una piega: lascia che Arrivabene racconti le balle che più gli fanno comodo e sui 91,2 milioni spesi, anzi buttati per Vlahovic su cui proprio lui mise la firma e sui 2 anni di squalifica comminatigli per i bilanci taroccati della Juventus di cui lui, tutto tessere e distintivi, era il deus ex machina, non una parola.

 Non sia mai che la gente pensi che male di lui, della Juventus e di mamma Exor che tanta benedetta pubblicità assicura ogni anno che il buon Dio manda in terra al quotidiano di proprietà di Urbano Cairo. 

Per chi non lo sapesse (o non lo ricordasse): nella classifica della libertà di stampa 2024 di “Reporter sans frontières” l'Italia continua a perdere posizioni, per non dire che continua a crollare. 

Per l’esattezza siamo precipitati al 46° posto superati da Tonga, Fiji, Armenia, Slovenia, Cabo Verde e Montenegro mentre Sudafrica, Seychelles, Nord Macedonia, Namibia, Mauritania, Repubblica Dominicana, Moldavia, Suriname, Taiwan, Trinidad & Tobago e Samoa che già ci sopravanzavano sono ormai andate, imprendibili, irraggiungibili: e abbiamo il fiato sul collo di Gambia e Liberia. 

Direte: stai scherzando? No. È proprio così. E sì, lo penso anch’io: è un peccato non essere nati in paesi felici come Armenia o Moldavia, Tonga o Cabo Verde dove hai la certezza di essere informato dai media come ogni popolazione civile del mondo di oggi meriterebbe. Ma non si può avere tutto dalla vita.

 La domanda è: nel prossimo report di "Reporter sans frontières", quello del 2025, come si classificherà l'Italia? Non so voi, ma io ho una certezza: dopo l'intervista di oggi, l'Italia Arrivabene. Anzi, benissimo".

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