Andrea Bosco torna con un nuovo editoriale su TuttoJuve.com per parlare della nuova Juventus di Thiago Motta e della prossima corsa allo scudetto contro l'Inter.

Ecco le prime parole:

“Faccia una cosa, Thiago Motta. Faccia una cosa in sintonia con la sua conclamata intelligenza. Perché solo un uomo intelligente si fa presentare le cento persone che lavorano alla Continassa, per conoscerle e coinvolgerle in quella che sarà la “sua” Juventus”.

Juventus, lo stile Motta

Thiago Motta
Thiago Motta (ph. Image Sport)

Thiago Motta non è un dux messianico come Antonio Conte, che ne disse quattro a Pirlo (dopo che la Juventus aveva vinto con anticipo a Roma lo scudetto) perché aveva osato portare all'allenamento una bottiglia di champagne (“Qui si lavora e si suda, abbiamo ancora il record di punti da centrare”). 

Non è un pragmatico, cinico e scafato come Max Allegri che dei giocatori e di uno spogliatoio conosce le anime, i difetti e i pregi, le ambiguità e le malizie.

Thiago Motta ha il suo “stile”. Ereditato dai grandi club nei quali ha giocato (Barcellona, Inter, Psg) e messo al servizio di una umiltà (allo Spezia e poi a Bologna) che non sarà mai sottomissione.

 La sua idea di gruppo e di squadra è il motivo che ha indotto John Elkann a volerlo a Torino. Più di quanto non lo abbia voluto Giuntoli che nel suo calcio visionario, nel quale il “gioco” lo imposta chi ha la palla, ergo tutti (che poi in realtà è sempre quello dell'Ajax e del 14) ha visto il futuro. Poi (va detto senza mezzi termini) per anticiparlo il futuro serve il demiurgo: un 14 appunto. Che al momento la Juventus non ha e non avrà. Anche se qualcuno si spinge a sostenere che potrebbe averlo portato a casa: proveniente dal Montenegro.

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